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sabato 18 Maggio 2024

The Greenhouses: il quartiere ecologico che assorbe carbonio

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In Svizzera sta per sorgere The Greenhouses, quartiere ecologico che produce meno anidride carbonica di quella che assorbe.

Entro il 2050 l’80% della popolazione mondiale vivrà in città: come possiamo dare vita a contesti urbani vivibili consumando la quantità minima di risorse e riducendo le emissioni di gas serra? Tra le risposte al dilemma c’è The Greenhouses, prototipo di quartiere ecologico basato sul concetto delle Sky Villas e sviluppato dallo studio francese Vincent Callebaut Architectures nella regione del Lago di Ginevra.

Vecchie serre trasformate in quartiere ecologico

The Greenhouses è un’isola urbana di 480 unità abitative ospitate in edifici costruiti principalmente in legno dove un tempo sorgevano serre dedicate all’orticoltura, tra la stazione ferroviaria di Chavannes-près-Renens e il Politecnico Federale di Losanna. L’ambizione è di creare un eco-quartiere che si integri nella storia del luogo e del paesaggio interpretando le contemporanee istanze della transizione ecologica. Il risultato sarà un grande parco pubblico senza auto, dedicato a pedoni e ciclisti, dove è piacevole vivere e intrattenersi. Un progetto che rispetta i quattro pilastri della città ecologica del futuro:

  • autosufficienza energetica (calore, refrigerazione ed elettricità)
  • l’ecologizzazione degli edifici e lo sviluppo dell’agricoltura urbana
  • mobilità dolce focalizzata sui pedoni, sulle due ruote e sulla co-mobilità elettrica
  • innovazione sociale attraverso spazi di condivisione tra residenti e servizi di solidarietà

Questo quartiere ecologico, dominato da terreni aperti, estesi prati fioriti e grandi alberi, non è esclusivamente residenziale, ma è destinato ad aprirsi alla città. Proseguendo il percorso nord-sud del “Quartier des Cèdres”, dove sarà collocata la “Cedar Tower” di 117 metri progettata da Stefano Boeri, il parco si allarga infatti di un ettaro verso sud per creare un’area dedicata a servizi pubblici offerti in condivisione con il tessuto urbano circostante: asili nido, coworking, bar, ristoranti, laboratori, ecc. Sull’asse Est-Ovest, invece, il progetto paesaggistico prevede di far rivivere l’antica “Traverse des Vergers” (L’incrocio dei frutteti).

La gestione delle acque

L’acqua è una componente essenziale dell’ossatura di questo nuovo quartiere ecologico, che beneficia dell’evapotraspirazione degli alberi maturi e garantisce la ritenzione dell’acqua piovana. La grande valle progettata lungo l’asse Nord-Sud sfocia in uno specchio d’acqua panoramico lungo la Route de la Maladière. Tra gli edifici prendono forma lagune e bacini di fitodepurazione dedicati all’acquaponica, alla permacultura e all’agricoltura urbana.

Oltre alla ritenzione dell’acqua piovana, è prevista l’installazione di pompe osmotiche che filtrano anche le acque grigie provenienti dalle cucine e dai bagni delle abitazioni per garantire l’approvvigionamento di acqua in un circuito virtuoso per l’irrigazione a goccia, l’acqua per le pulizie e l’acqua per i servizi igienici.

Infine, per ottimizzare le aree di piantumazione in pieno campo e il numero di alberi maturi, le infrastrutture dedicate al parcheggio previsto sono ubicate quasi esclusivamente sotto la calpestio degli edifici e non tra gli edifici. I tre accessi a questo parcheggio sono discretamente integrati a ovest, rue du Champ-Fleuri, a sud lungo la route de la Maladière, e a est, avenue de la Gare.

Le Sky Villas rivolte alle Alpi

Lottando contro l’espansione urbana orizzontale e l’artificializzazione del territorio, il progetto integra le regole dell’architettura bioclimatica rispettando il percorso del sole da est a ovest e la direzione dei venti dominanti provenienti da sud-ovest. Tutti gli appartamenti sono perfettamente articolati come un pettine che orienta sistematicamente le zone giorno verso sud e verso il lago e le zone notte verso nord.

Questo concetto abitativo è riassunto nella definizione di “Sky Villas” e unisce tutti i vantaggi degli appartamenti di città, vicini ai servizi e alla cultura, con l’intimità di una villa individuale in campagna dotata di giardino privato.

Ciascuno degli appartamenti presenta ampi balconi panoramici, che permettono da un lato di beneficiare appieno della vista eccezionale verso le Alpi, il Lago di Ginevra e il Giura e dall’altro di fornire l’ombra necessaria per evitare il surriscaldamento degli ambienti abitativi.

Questi balconi paesaggistici sono dotati di fioriere a filo che consentono la coltivazione di vegetazione sostenibile e forniscono orti domestici come estensione dei soggiorni. La rivegetazione permette anche di bioclimatizzare la temperatura percepita abbassandola di 3-5 gradi grazie all’evapotraspirazione delle piante, che filtrano la radiazione solare.

Il concetto di inverdimento verticale consente anche di assegnare a ogni edificio del quartiere ecologico un colore specifico nella scelta delle specie vegetali per creare un gradiente arcobaleno che offra a tutti l’orgoglio di vivere nella propria residenza.

Un eco-distretto che assorbe carbonio

Il risultato visivo è una cascata di terrazze che, installate in modo sfalsato, permettono di coltivare più di 30.000 piante e arbusti, che cattureranno ogni anno 170 tonnellate di CO2 per trasformarle in ossigeno grazie alla fotosintesi naturale. È ciò che oggi chiamiamo architettura o pianificazione urbana “ad assorbimento di carbonio”. Il quartiere ecologico, che è già a basso contenuto di carbonio intrinseco grazie ai suoi materiali da costruzione di origine biologica, sarà quindi anche traspirante e disinquinante.

A proposito di materiali, quello dominante è il legno lamellare proveniente dalle foreste circostanti, gestite in modo sostenibile e certificate PEFC. In un momento storico in cui è necessario trovare soluzioni radicali per ridurre l’impronta di carbonio e mettere in pratica l’economia circolare, il sistema di costruzione Cross Lamination Timber (CLT) costituisce una soluzione ideale. Consiste nel sovrapporre perpendicolarmente strisce di legno, collegandole tra loro con collanti strutturali organici. Il processo produttivo del CLT richiede una quantità di energia primaria molto inferiore rispetto a quello del calcestruzzo o dell’acciaio e non genera gas serra.

In tema di resistenza al fuoco, il legno brucia lentamente, non rilascia prodotti tossici, trasmette il calore 250 volte più lentamente dell’acciaio, che fonderebbe rapidamente, e 10 volte più lentamente del cemento, che si spaccherebbe prima.

Il progetto Greenhouses è quindi un vero e proprio bacino di sequestro del carbonio. Durante la crescita degli alberi, infatti, il carbonio immagazzinato dalla fotosintesi naturale si ritrova “intrappolato” nel legno massiccio e quindi non viene rilasciato nell’atmosfera. Per una tonnellata di legno prodotta vengono sequestrate circa 0,9 tonnellate di carbonio.

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