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martedì 5 Novembre 2024

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Design biofilico: cos’è e quali sono i suoi vantaggi

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Il design biofilico configura spazi che mettono in intima connessione con la natura, riducendo lo stress e migliorando l’umore.

Cosa rende gli spazi in cui viviamo sereni e rigeneranti? Cosa li rende luoghi in cui le persone e le comunità prosperano? Elementi che stimolino la biofilia, cioè la nostra connessione umana con il mondo naturale. Anche se vivendo nelle città spesso lo dimentichiamo, siamo intrinsecamente legati alla natura e al mondo vivente, quindi è fondamentale che gli spazi in cui viviamo riflettano questa connessione per favorire la salute e il benessere. Ma cos’è esattamente il design biofilico e di quali elementi è composto?

Gli elementi del design biofilico

Il design biofilico è la progettazione architettonica e di interni pensata per le persone intese come organismi biologici e quindi nel rispetto del sistema mente-corpo come indicatore di salute e benessere nel contesto locale. Un buon progetto di design biofilico attinge quindi da condizioni di salute, norme e aspettative socio-culturali, esperienze passate, frequenza e durata dell’esperienza dell’utente… E crea spazi riparatori e salutari, che mettano in comunicazione con la natura circostante e che coltivino l’amore per il luogo in cui si vive.

È stato dimostrato che gli elementi di progettazione biofilica riducono lo stress, aumentano le prestazioni cognitive, migliorano la guarigione e influenzano positivamente le emozioni, l’umore e le preferenze. L’integrazione del design biofilico nei nostri spazi supporta l’intera persona. Disegnare un ambiente interno secondo le regole del design biofilico va quindi ben oltre il semplice inserimento di piante e fiori nella progettazione. La natura e la naturalità di uno spazio si manifestano infatti in molti modi diversi, che vanno adattati a ogni abitazione.

La natura negli spazi domestici

Innanzitutto, la connessione con la natura in casa può essere visiva, se permette di incontrare visivamente elementi e processi naturali, o non visiva, se passa attraverso stimoli uditivi, tattili, olfattivi o gustativi, che generano un riferimento deliberato e positivo alla natura.

Si tratta di piante, fiori, terreno, fossili, uccelli, acqua corrente, fuoco ma anche delle varie manifestazioni del meteo e delle visioni di paesaggi naturali, sia reali che figurati. Poi i profumi, sapori e rumori e sensazioni più sottili come quelle date da riflessi, superfici calde o fredde, da cambi di temperatura o dalla ventilazione e da passaggi d’aria che derivano dall’esterno o imitano un ambiente naturale. Anche la presenza di luce naturale, che si alterna all’ombra a seconda dell’ora del giorno, migliora l’esperienza biofilica di un luogo. In generale, è fondamentale la consapevolezza dei processi naturali, in particolare dei cambiamenti stagionali e temporali caratteristici di un ecosistema sano.

Imitare la natura in casa

Ma la natura in casa non si presenta soltanto in modo diretto. I sensi delle persone possono essere allertati anche da elementi che la mimano o che la elaborano. Ne è un esempio l’adozione di modelli biomorfici, cioè di riferimenti simbolici a disposizioni sagomate, modellate, strutturate o numeriche esistenti in natura. È una questione di forme, linee, pattern, colori, materiali, anche minimamente elaborati. Oppure di informazioni sensoriali che aderiscono a una gerarchia spaziale simile a quelle incontrate in natura. Elementi che mettono in connessione materiale con la natura e in particolare riflettono l’ecologia o la geologia locale per creare un distinto senso del luogo attraverso i suoi modelli climatici, l’idrologia, la geologia, i comportamenti animali, i processi di crescita e decomposizione…

Ciò significa portare in casa sistemi di illuminazione naturale simulati, habitat della fauna selvatica (casette per gli uccelli, apiari, siepi…), pozzi, laghetti artificiali. Ma anche materiali naturali, tessuti o carte da parati raffiguranti pattern naturali o costruiti secondo la serie di Fibonacci… Significa poi prestare attenzione alla disposizione del sistema strutturale e dell’edificio, alla tipologia di pareti e soffitto, alle ringhiere, recinzioni e cancelli, alle forme dei mobili e degli spazi, ai colori e alle lavorazioni prevalenti.

La naturalità degli spazi domestici

Portare la natura in casa significa anche ricreare condizioni spaziali che possano soddisfarci e rassicurarci in modo conscio o inconscio, riprendendo quelle degli ambienti in cui la nostra specie si è sviluppata. Per esempio:

  • consentendo una visione senza ostacoli a distanza per la sorveglianza e la pianificazione
  • procurando un luogo di ritiro dalle condizioni ambientali o dal flusso principale di attività, in cui l’individuo è protetto (in particolare da dietro e dall’alto)
  • garantire la promessa di maggiori informazioni ottenute attraverso visioni parzialmente oscurate o altri dispositivi sensoriali che invogliano l’individuo a viaggiare più in profondità nell’ambiente
  • inserendo una minaccia identificabile abbinata a una protezione affidabile

Ciò significa inserire nella progettazione materiali trasparenti, balconi e passerelle, planimetrie aperte, più piani, viste che includono alberi, specchi d’acqua o insediamenti umani. E poi spazi con protezione dalle intemperie/clima e privacy, spazi riservati alla riflessione, meditazione, riposo o compiti cognitivi, tende, persiane, schermi o pareti divisorie manovrabili, passaggi sotto, sopra o attraverso l’acqua…

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