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giovedì 7 Novembre 2024

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Le città resilienti secondo il World Economic Forum

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4 report del World Economic Forum insegnano alle città a diventare più resilienti, per affrontare le trasformazioni urbane in modo strategico.

Le smart city non sono soltanto tecnologicamente avanzate e decarbonizzate: sono soprattutto resilienti, per gestire le situazioni di crisi a beneficio dei cittadini. Le città resilienti del futuro sono protagoniste di 4 report pubblicati recentemente dal World Economic Forum, dai quali emerge come sia necessario un approccio sistemico per realizzare progetti di trasformazione urbana nell’era della transizione ecologica e del post-Covid.

«Le città sono in prima linea nella mitigazione del clima e nell’adattamento a esso. Sono anche impegnate nel migliorare il tenore di vita dei residenti e nell’aumentare la coesione della comunità mentre procedono verso uno sviluppo sostenibile», ha affermato Alice Charles del World Economic Forum. «Per soddisfare queste elevate aspettative, le città devono sviluppare strategie utilizzando una prospettiva sistemica per fornire infrastrutture urbane a zero».

I report del WEF

È il Global Future Council on Cities of Tomorrow, con 45 esperti, ad aver prodotto i 4 report per fornire alle città gli strumenti di cui necessitano. I leader avranno così a disposizione casi studio e un toolkit per poter progettare città eque, digitali e pronte ad affrontare i cambiamenti climatici. Ogni rapporto è incentrato su un tema specifico:

  • i modelli di finanziamento delle città. Un approccio sistemico al finanziamento della trasformazione urbana dipende dall’accesso a una vasta gamma di fonti di reddito, per far progredire sia le infrastrutture tradizionali che quelle verdi. Il rapporto si basa su un’indagine condotta presso 10 amministrazioni cittadine sui potenziali flussi di entrate, le iniziative pianificate e gli interventi politici necessari per garantire che i progetti siano finanziariamente fattibili.
  • l’adozione delle nuove tecnologie. Per passare a un approccio di sistema, questo rapporto raccomanda ai leader delle città di chiedersi quali siano le esigenze e le sfide insoddisfatte più urgenti che la tecnologia possa migliorare. Si tratta di un piano d’azione in 10 fasi, con 31 case studies a mostrare le migliori pratiche e soluzioni digitali innovative che sono già state applicate a diversi scopi in 28 città.
  • l’equità e l’inclusione urbana. Equità e inclusione devono essere al centro di un approccio sistemico alla trasformazione urbana. Il rapporto fornisce un piano d’azione in 10 fasi per consentire ai leader delle città di creare ambienti digitali, sociali, istituzionali ed economici più inclusivi.
  • la preparazione ai cambiamenti climatici. Le città devono impegnarsi sul fronte dell’adattamento ai cambiamenti climatici insieme agli stakeholders (governo, imprese, mondo accademico, società civile) che interagiscono con la catena del valore urbana. Il rapporto fornisce perciò un piano d’azione in 5 fasi per guidare le città nell’adozione di un approccio sistemico alla fornitura di infrastrutture urbane resilienti ai cambiamenti climatici.

Insieme, i quattro rapporti forniscono una tabella di marcia per la conquista della resilienza. Cioè della capacità delle città di gestire gli stress causati dai conflitti globali, dai cambiamenti climatici e dalle tecnologie in rapida evoluzione.

Cosa sono le città resilienti?

Come sottolineano i co-presidenti del Global Future Council Carlo Ratti e Maimunah Mohd Sharif, essere preparati su un fronte porta spesso benefici inaspettati. «Gli approcci sistemici sono complessi – più connessioni causano più complicazioni, eppure […] si possono ottenere ricompense straordinarie, soprattutto se si evita il pensiero isolato. […] Perseguendo un approccio sistemico, si possono portare nuove soluzioni in campi diversi come l’edilizia abitativa, l’energia, la mobilità, gli spazi pubblici e verdi, il trattamento delle acque, la gestione delle acque piovane, la gestione dei rifiuti e molti altri».

La resilienza urbana è infatti definita come la capacità di qualsiasi sistema urbano, compresi i suoi abitanti, di mantenere una continuità attraverso tutti gli shock e le sollecitazioni, adattandosi e trasformandosi positivamente in ottica sostenibile. Una città resiliente è perciò in grado di pianificare una risposta ai pericoli, naturali e causati dall’uomo, improvvisi e prevedibili.

Le sue componenti sono descritte nell’undicesimo Obiettivo di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda «Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili». Sono 7 i risultati che si propone di raggiungere:

11.1 – abitazioni e servizi di base adeguati, sicuri e convenienti

11.2 – sistemi di trasporto sicuri, convenienti, accessibili e sostenibili

11.3 – un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e una capacità di pianificazione e gestione partecipativa, integrata e sostenibile degli insediamenti

11.4 – la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale

11.5 – la riduzione del numero di decessi, del numero di persone colpite da disastri e delle perdite economiche dirette causate da disastri

11.6 – la riduzione dell’impatto ambientale negativo pro capite in città, prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti

11.7 – l’accesso universale a spazi sicuri, inclusivi e accessibili, verdi e pubblici

Tutti e 17 OSS, tra l’altro, tengono conto del fatto che, come insegna l’approccio sistemico alla resilienza, l’azione in un’area influirà anche sui risultati in altre aree e che lo sviluppo deve bilanciare la sostenibilità sociale, economica e ambientale.

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