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giovedì 7 Novembre 2024

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Come ridurre l’inquinamento dell’aria in città

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Lo smog causa ogni anno milioni di morti premature. Ecco come ridurre l’inquinamento in città per tutelare gli abitanti e l’ambiente.

L’inquinamento atmosferico è uno dei maggiori rischi ambientali per la salute perché aumenta le probabilità di sviluppare ictus, malattie cardiache e respiratorie sia croniche che acute, compresa l’asma. Eppure nel 2019 il 99% della popolazione mondiale viveva in luoghi in cui i livelli delle linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS non erano soddisfatti. Gli effetti combinati dell’inquinamento atmosferico ambientale e dell’inquinamento atmosferico domestico sono infatti associati a 6,7 ​​milioni di morti premature ogni anno. Ridurre l’inquinamento delle città, dove si concentra la maggior parte della popolazione ma anche la maggior parte dell’inquinamento, è perciò un’urgenza.

Le politiche e gli investimenti a sostegno di trasporti più puliti, case efficienti dal punto di vista energetico, produzione di energia pulita, industrie ecologiche e una migliore gestione dei rifiuti urbani ridurrebbero le principali fonti di inquinamento dell’aria esterna. Ma si stanno sviluppando anche soluzioni mangia-smog passive applicate all’architettura e alla progettazione urbanistica.

Cos’è lo smog?

Se c’è un fattore che accomuna tutte le città del mondo è lo smog. Il termine è composto dalle parole inglesi smoke (fumo) e fog (nebbia) e descrive l’effetto nuvoloso che si percepisce in aree urbane molto inquinate. Ma lo smog non è semplice nebbia, è formato da particelle e gas inquinanti dannosi per la salute degli abitanti e dell’ambiente. Ecco i componenti principali:

  • particolato (PM), un indicatore comune per l’inquinamento atmosferico composto da solfati, nitrati, ammoniaca, cloruro di sodio, nerofumo, polvere minerale e acqua
  • monossido di carbonio (CO), un gas tossico incolore, inodore e insapore prodotto dalla combustione incompleta di combustibili carboniosi come legna, benzina, carbone, gas naturale e cherosene
  • ozono (O3), uno dei maggiori costituenti dello smog fotochimico, che si forma attraverso la reazione con i gas in presenza di luce solare
  • biossido di azoto (NO2), un gas rilasciato dalla combustione di carburanti nei settori dei trasporti e del’industria
  • anidride solforosa (SO2), un gas incolore con un odore pungente, prodotto dalla combustione di combustibili fossili e dalla fusione di minerali che contengono zolfo

Best practices per ridurre l’inquinamento

Affrontare l’inquinamento atmosferico, che è il secondo fattore di rischio per le malattie non trasmissibili, è fondamentale per proteggere la salute pubblica. La maggior parte delle fonti di inquinamento dell’aria esterna sono ben al di fuori del controllo dei singoli individui. Ciò richiede un’azione concertata da parte dei responsabili politici a livello locale e nazionale, nonché degli attori di settori come l’energia, i trasporti, la gestione dei rifiuti, la pianificazione urbana e l’agricoltura.

Ecco le politiche di maggior successo che riducono l’inquinamento atmosferico settore per settore:

  • industria: tecnologie pulite che riducano le emissioni delle ciminiere industriali e una migliore gestione dei rifiuti, compresa la cattura del gas metano emesso dai siti di smaltimento dei rifiuti come alternativa all’incenerimento (per l’utilizzo come biogas).
  • Energia: garantire l’accesso a soluzioni energetiche domestiche pulite e a prezzi accessibili per cucinare, riscaldare e illuminare, maggiore utilizzo di combustibili a basse emissioni e di fonti di energia rinnovabili senza combustione (come l’energia solare, eolica o idroelettrica), cogenerazione di calore ed elettricità, generazione distribuita di energia.
  • Trasporti: priorità al trasporto pubblico urbano, alle reti pedonali e ciclabili nelle città, ai viaggi ferroviari interurbani di merci e passeggeri, passaggio a veicoli più puliti e a carburanti a basse emissioni.
  • Pianificazione urbana: migliorare l’efficienza energetica degli edifici e rendere le città più verdi ed efficienti dal punto di vista energetico.
  • Gestione dei rifiuti urbani e agricoli: strategie per la riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclaggio e riutilizzo o ritrattamento dei rifiuti, nonché metodi migliorati di gestione dei rifiuti biologici, come la digestione anaerobica dei rifiuti per produrre biogas.
  • Attività sanitarie: instradare anche i servizi sanitari su un percorso di sviluppo a basse emissioni di carbonio può favorire un’erogazione di servizi più resiliente ed efficiente in termini di costi insieme a una riduzione dei rischi sanitari ambientali per i pazienti, gli operatori sanitari e la comunità.

Le soluzioni mangia-smog passive

Ma come si può gestire l’inquinamento che continua a essere prodotto nonostante le best practices adottate in ogni settore? Con soluzioni mangia-smog adottate nella pianificazione urbana.

Esistono per esempio piante ad alto fusto e arbusti che oltre ad assorbire l’anidride carbonica tramite la fotosintesi riescono anche a filtrare le particelle dannose. Tra le piante ad alto fusto spiccano l’acero riccio, la betulla verrucosa, il cerro e il ginko biloba, seguiti da tiglio, bagolaro, olmo campestre, frassino e ontano nero. Tra gli arbusti ci sono l’ilex, il viburno, il corbezzolo, la fotinia, l’alloro, l’eleagno e il ligustro. Tutti assorbono in modo permanente grandi quantità di CO2 e filtrano gas, polveri sottili e metalli pesanti.

Un’altra soluzione sono i celebri murales mangia-smog, dipinti con vernice Airlite che depura l’aria. Come? Generando piccole cariche elettriche che si combinano con vapore acqueo e ossigeno dando vita a ioni negativi che neutralizzano gli inquinanti aerei, ma anche muffe, batteri e virus.

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