Secondo l’ultima analisi di Scenari Immobiliari, in 14 città metropolitane italiane l’affitto medio di un bilocale in centro supera fino a tre volte quello delle zone periferiche.
Il divario nei canoni di locazione tra centro e periferia nelle principali città italiane raggiunge livelli record, alimentando disuguaglianze abitative e tensioni urbanistiche. È quanto emerge dall’ultimo report di Scenari Immobiliari, che ha analizzato i dati di maggio 2025 relativi a 14 città metropolitane: il canone medio mensile di un bilocale nel centro città si attesta su valori anche tripli rispetto alla stessa tipologia in periferia. A Napoli, per esempio, si passa da 550 euro in periferia a 1.600 euro in centro; a Catania da 250 a 700 euro, mentre Reggio Calabria registra i valori più bassi (170 euro in periferia e 300 in centro), ma con la forbice comunque significativa. In media, chi sceglie di vivere nelle aree centrali delle città italiane paga oltre il 200% in più rispetto alle zone periferiche.
Questi dati fotografano una tendenza consolidata che si traduce in effetti visibili sulla qualità della vita urbana: nei centri si concentrano servizi, opportunità lavorative e culturali, ma sempre meno residenti stabili. Il risultato è un aumento della pressione turistica, fenomeni di gentrificazione e un evidente squilibrio tra domanda e offerta. L’indagine rileva come nelle aree centrali il reddito medio sia spesso più alto del 30% rispetto alla periferia, con una concentrazione di residenti laureati doppia rispetto alla media urbana. Il rischio è quello di una città a due velocità, dove le zone centrali si trasformano in vetrine temporanee per visitatori e affitti brevi, mentre la popolazione stabile si sposta sempre più lontano, con ricadute su trasporti, servizi e coesione sociale.
Di fronte a questa dinamica, esperti e operatori del settore propongono misure urgenti per riequilibrare l’offerta abitativa: più edilizia a canone sostenibile nei centri storici, incentivi per la riqualificazione delle periferie, potenziamento dei trasporti pubblici e strumenti normativi per contenere l’impatto degli affitti brevi. Il messaggio è chiaro: senza una visione strategica dell’abitare urbano, la forbice tra centro e periferia continuerà ad allargarsi, alimentando disuguaglianze e svuotando le città della loro funzione residenziale primaria.