La corsa al posto letto non si ferma: domanda in crescita, offerta insufficiente e prezzi in impennata nelle principali città universitarie italiane.
Il mercato delle stanze in affitto continua a registrare aumenti significativi in tutta Italia. Secondo l’ultimo report di Immobiliare.it Insights, proptech company del gruppo Immobiliare.it, i canoni medi mensili per una stanza singola sono cresciuti fino al +73% rispetto al 2021, con Bologna che registra l’incremento più marcato. Milano si conferma la città più cara, con un canone medio di 714 euro al mese per una singola, segnando un aumento del +44% in quattro anni.
Principali evidenze dello studio:
- Bologna: +73% in quattro anni, con un canone medio di 651 euro al mese per una singola.
- Padova: +61%, raggiungendo i 508 euro mensili.
- Firenze: +59%, con un canone medio di 618 euro.
- Torino: +56%, attestandosi a 483 euro al mese.
- Milano: +44%, con un canone medio di 714 euro per una singola.
- Roma: +41%, raggiungendo i 577 euro mensili.
L’analisi evidenzia come l’aumento dei canoni per le stanze sia stato più marcato rispetto a quello di altre tipologie abitative, come monolocali, bilocali e trilocali. Ad esempio, a Bologna, mentre le stanze hanno visto un incremento del +73%, le altre tipologie si sono rivalutate intorno al +30%.
La crescente domanda, trainata principalmente da studenti fuori sede e giovani lavoratori, ha messo sotto pressione l’offerta disponibile, soprattutto nelle città universitarie di grandi dimensioni. Questo squilibrio ha contribuito all’aumento dei prezzi, rendendo sempre più difficile per i giovani trovare soluzioni abitative accessibili.
In alcune città, come Bari e Napoli, si è registrato un boom della domanda, con aumenti rispettivamente del +207% e del +185% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno indica un crescente interesse verso città con costi della vita relativamente più contenuti, ma che offrono comunque opportunità accademiche e lavorative di rilievo