L’efficienza energetica fa la differenza, anche nel mercato immobiliare. In Italia, una casa smart può valere fino all’80% in più rispetto a un immobile da ristrutturare. Lo rivela la Community Smart Building di TEHA
Una casa smart oggi può valere fino all’80% in più rispetto a un’abitazione da ristrutturare. Un dato eloquente che fotografa l’evoluzione del mercato immobiliare italiano e l’impatto crescente dell’efficienza energetica sul valore degli edifici. È quanto emerge dal report annuale della Community Smart Building di TEHA Group, think tank privato e indipendente giunto alla terza edizione, che ha analizzato in profondità lo stato del parco immobiliare nazionale. Dal 2014 al 2023, le compravendite di immobili ristrutturati e ad alta efficienza energetica (classi A e B) sono passate dal 7% al 38%, mentre le vendite di edifici nuovi hanno raggiunto il 70% del totale, a conferma di una trasformazione profonda nelle preferenze degli acquirenti.
Il valore dell’efficienza: +43% per gli edifici ristrutturati
Nel 2023, un immobile ristrutturato ha raggiunto un valore medio di 2.316 €/m², superiore del 43% rispetto a quello di un edificio abitabile (1.615 €/m²) e addirittura dell’80% rispetto a un immobile da ristrutturare (1.290 €/m²).
Un gap che conferma come la qualità energetica non sia più un “plus”, ma un criterio determinante nel processo di acquisto e valorizzazione degli asset immobiliari.
“Parliamo di un’evoluzione ormai irreversibile del mercato – spiegano i promotori della Community Smart Building di TEHA – dove l’efficienza energetica è sinonimo di investimento strategico, non solo ambientale ma anche economico”.
Un patrimonio immobiliare ancora inefficiente: 3 edifici su 4 in classe bassa
Nonostante alcuni progressi registrati tra il 2018 e il 2023, con un aumento delle abitazioni in classe A dall’8% al 15%, il 75% degli edifici italiani si colloca ancora nelle tre peggiori classi energetiche.
Una condizione che non solo incide sulla qualità abitativa, ma contribuisce al fenomeno della povertà energetica, che colpisce il 9% delle famiglie italiane (5,3 milioni di persone), incapaci di riscaldare adeguatamente la propria casa.
Smart Building e risparmio: fino a 19 miliardi l’anno per l’Italia
L’introduzione di tecnologie intelligenti negli edifici – come i Building Management System (BMS) – consente di ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%.
Secondo l’analisi di TEHA, il risparmio potenziale generato dall’adozione diffusa di queste soluzioni si attesta tra i 17 e i 19 miliardi di euro ogni anno, con ricadute dirette sul bilancio delle famiglie italiane e sulla competitività del comparto edilizio.
Un’opportunità strategica che non può essere ignorata, soprattutto in un contesto in cui il 67% dell’energia consumata dagli edifici italiani è destinata al riscaldamento, superando la media europea (65,1%).
L’analisi della Community Smart Building – realizzata con il supporto di ABB, ANCE Lombardia, BTicino, IRSAP, KONE, MCZ Group e Principe Ares – lancia un messaggio chiaro: la transizione energetica del parco immobiliare non può più essere rimandata.
Per questo motivo, TEHA si propone di evolvere da “think tank” ad “act tank”, lavorando al fianco delle istituzioni per trasformare le analisi in proposte operative, normative e progettuali.
“La sfida è duplice: da un lato migliorare le performance degli edifici, dall’altro attivare politiche che incentivino realmente la rigenerazione del patrimonio esistente. Solo così potremo unire sostenibilità, innovazione e inclusione sociale”, sottolinea la Community.