In Italia, nel 2024, oltre 8 milioni di abitazioni risultano locate, generando un giro d’affari superiore ai 9 miliardi di euro annui. A trainare la domanda: studenti, giovani lavoratori, professionisti e utenti temporanei.
Nel 2024, il mercato della locazione abitativa in Italia ha toccato numeri record: oltre 8 milioni le abitazioni locate tra contratti di lunga durata e affitti brevi, pari a quasi il 24% dello stock abitativo nazionale. In particolare, sono stati registrati 1,31 milioni di nuovi contratti, che hanno generato canoni annui per oltre 9 miliardi di euro, interessando più di 110 milioni di metri quadrati di superficie residenziale. È quanto emerge dal rapporto congiunto di Scenari Immobiliari e Abitare Co., presentato durante il Forum Locazione 2025, tenutosi a Milano.
Il report fotografa un mercato in espansione: i canoni medi sono aumentati del 4,7% rispetto all’anno precedente, mentre a livello europeo si registra un incremento medio annuo dei canoni del 10,2% tra il 2015 e il 2024, con picchi nei centri urbani. A fine 2024, affittare un appartamento nelle principali capitali europee costa in media 1.600 euro al mese, con un aumento del 3,2% su base annua. In Italia, la crescita appare più contenuta ma costante (+8,4% negli ultimi dieci anni), a fronte di un incremento dei prezzi di vendita del 13%. «La domanda è vivace, ma mancano strutture e investimenti industriali in grado di offrire risposte abitative su larga scala», ha osservato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari.
Sul piano sociale, la locazione si conferma un’opzione in crescita, specie tra giovani, professionisti, studenti e lavoratori temporanei, complice anche la mobilità interna e l’elevato costo per l’acquisto della casa. Secondo Francesca Zirnstein, direttrice generale di Scenari Immobiliari, nel 2024 il 69% della popolazione europea possiede la casa in cui vive, ma la quota è in progressivo calo (-2,3% sul 2014), mentre cresce il ricorso alla locazione (+5,6% nell’ultimo decennio). Giuseppe Crupi, CEO di Abitare Co., sottolinea che «con circa 76.000 nuove unità locate, il mercato appare più dinamico, trainato dalla crescita dei contratti e dei canoni medi». Ma serve una svolta strutturale: l’Italia ha bisogno di un’offerta abitativa più professionale, stabile e sostenuta da investitori, capace di rispondere alle diverse esigenze abitative delle città in trasformazione.