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giovedì 7 Novembre 2024

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Una pagoda alle origini dell’architettura in legno

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Tra gli edifici in legno più longevi al mondo c’è una pagoda giapponese, un modello di costruzione praticamente perfetto.

L’architettura in legno sta vivendo una fase di riscoperta grazie alla sua sostenibilità, flessibilità, durevolezza e al comfort che garantisce. Ma l’uomo costruisce in legno da sempre, sia in Occidente che in Oriente. Dal Giappone, per esempio, arriva un modello di costruzione in legno praticamente perfetta, con un’identità estetica molto forte e in grado di resistere ai terremoti e ai tifoni senza l’ausilio di elementi metallici: la pagoda.

L’evoluzione della pagoda

Il legno è tra i primi materiali da costruzione sperimentati dall’uomo. È impiegato sin dal Paleolitico, quando era utilizzato per la costruzione di rifugi temporanei, e poi a maggior ragione nel passaggio dal nomadismo alla sedentarietà, non solo per le abitazioni ma anche per le architetture sacre. Mentre in Occidente si prediligeva la pietra, duratura e inscalfibile, in Oriente si sceglieva più spesso il legno, flessibile e facilmente lavorabile.

La pietra ha lasciato diverse testimonianze edilizie, anche provenienti da epoche remote, ma sono poche le architetture in legno che hanno superato indenni secoli di vita. Tra queste, ci sono però diverse pagode, una tipologia edilizia tipica della religione buddista. Nonostante sia entrata nell’immaginario di tutti come elemento legato alle culture cinese e giapponese, la sua origine è indiana. La forma della pagoda è infatti un’evoluzione di quella delle stupa, strutture a cupola pre-buddiste indiane che ospitavano i morti, rappresentazioni fisiche del corpo di Buddha.

È durante il passaggio dall’India alla Cina della religione buddista che la stupa si trasforma in un edificio a più piani e inizia a essere legata indissolubilmente a un preciso materiale da costruzione, il legno, appunto. A consacrare l’immagine della pagoda in legno è però il Giappone, ultima tappa dell’espansione del Buddismo. Una pagoda è perciò un edificio costruito e decorato in legno con un numero dispari di piani, ognuno dotato di tetti aggettanti.

L’architettura in legno più antica al mondo

La pagoda rappresenta perfettamente l’equilibrio che si può raggiungere utilizzando il legno come materiale da costruzione e la durabilità che ne deriva. La struttura in legno più antica al mondo conservata ancora oggi è infatti la pagoda di Horyuji a Nara, in Giappone. I suoi 5 piani furono eretti durante il periodo Asuka (593 – 710) per custodire le sacre reliquie del Buddha. Si dice che una parte dei resti di Shakyamuni, il Buddha storico, sia oggi sepolta circa tre metri sotto la base della pagoda.

È alta circa 32,5 metri dalla base e pesa 1200 tonnellate. Il suo pilastro centrale è costituito da un cipresso giapponese abbattuto nel 594. Questo pilastro attraversa i cinque livelli della torre, ma non ha funzione portante: è piuttosto un simbolo di ascensione. Tra i piani si utilizzano giunti flessibili in legno per aiutare la pagoda ad assorbire l’energia sismica dei frequenti terremoti. Ogni piano ha inoltre pianta quadrangolare ed è retto da un telaio in legno. A mano a mano che si sale, la dimensione diminuisce, a creare una struttura leggermente piramidale.

Una caratteristica unica della pagoda, e uno dei “sette misteri” di Horyuji, sono le falci attaccate al tetto più alto, sempre costruite in legno. Un tempo il fulmine era considerato un mostro celeste, quindi alla pagoda furono aggiunti spade e strumenti con spigoli vivi che impedissero ai mostri celesti di posarsi su di loro. La pagoda fu a tal proposito colpita da un fulmine durante il periodo Kamakura (1185-1333), ma rimase illesa.

La struttura della pagoda

Come si è detto, la pagoda per come la conosciamo oggi deriva da una struttura a cupola che si è progressivamente elevata e stratificata passando dall’India alla Cina al Giappone. È costituita da quattro elementi basilari: le fondamenta, il corpo, il pinnacolo e il palazzo simbolico. Il corpo è la sua parte più consistente ed è a sua volta formato da più piani, in genere da 3 a 9, attraversati e legati verticalmente dal pilastro.

Ogni piano è indipendente dall’altro dal punto di vista strutturale e può a sua volta essere suddiviso in quattro elementi: il basamento, la colonna, la giunzione o complesso mensolare e il tetto aggettante. A garantire la stabilità e la durabilità dell’intera struttura non è il pilastro centrale, ma le suddette giunzioni, che consistono in travi, pilastri e travetti di legno intagliati perché possano incastrarsi perfettamente tra loro.

Questa raffinata progettazione, fatta di tante parti che unendosi in modo armonico favoriscono l’equilibrio del tutto, rende le pagode un perfetto esempio di architettura in legno. Non è soltanto una questione simbolica, ma anche concreta. Il gioco di incastri riduce al minimo la necessità di chiodi, che forano irreparabilmente il legno e che arrugginendosi ne favorirebbero la marcescenza. Inoltre, il livello di stabilità e contemporaneamente di flessibilità raggiunto permette alle pagode di resistere ai terremoti e ai tifoni, dissipandone la forza grazie al loro moto ondulatorio.

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