I tuoi pannelli solari fotovoltaici hanno più di 5 anni? Probabilmente è ora di ammodernarli con il revamping fotovoltaico.
L’utilizzo di pannelli solari fotovoltaici per produrre energia non è più una novità: alcuni impianti hanno ormai alle spalle 10 o 15 anni di lavoro e provengono cioè dai primordi dell’era del fotovoltaico. Ecco perché cominciano a necessitare di qualche manutenzione, di un upgrade tecnologico o di una rimessa a nuovo. Di questo si occupa il revamping, in grado di aggiornare un sistema fotovoltaico per massimizzarne l’efficienza.
Cos’è il revamping del fotovoltaico?
Nel settore fotovoltaico, con l’inglesismo “revamping” si intende l’ammodernamento di un impianto fotovoltaico già esistente attraverso strategie differenti a seconda dello stato della tecnologia. In genere questo rinnovamento si applica agli impianti in difficoltà, con prestazioni inferiori alle specifiche originali. Anche quando l’impianto non presenta particolari problemi, può comunque essere reso più efficiente. In questo caso si parla più spesso di repowering, che aumenta le prestazioni e la resa energetica del sistema ed estende la sua vita oltre termine previsto inizialmente.
Il fotovoltaico ha iniziato a diffondersi nel mondo dagli anni ’50, ma è soltanto dall’inizio del nuovo millennio che è diventato protagonista del settore dell’energia, soprattutto data la sua importanza chiave nella transizione energetica e nella decarbonizzazione dei consumi. Un sistema fotovoltaico è in genere garantito per 20-25 anni, ma oggi, in un quarto di secolo, il progresso tecnologico fa passi da gigante. Ciò significa che i pannelli installati qualche anno fa, anche se ancora funzionanti, potrebbero avere necessità di una modernizzazione.
L’esecuzione del revamping, che – lo ricordiamo – si applica soprattutto ai sistemi obsoleti o guasti, consiste in genere nella correzione delle limitazioni derivate dalla progettazione primitiva dell’impianto, delle limitazioni ereditate dal momento in cui è stato installato o ancora dei guasti o del degrado di alcune componenti dovuti all’utilizzo. L’obiettivo è, come accade anche per il repowering, di aumentare la capacità e l’efficienza dell’impianto e di allungarne la vita utile, in particolare nei paesi dove l’irraggiamento è elevato.
Contestualmente al revamping fotovoltaico, è possibile non solo sostituire componenti obsolete o difettose, ma anche integrare nuovi prodotti per migliorare la comunicazione dell’impianto con le tecnologie di casa, con la rete o con i sistemi di accumulo oppure per preparare gli impianti a future innovazioni e progressi tecnici.
Quali sono i problemi più comuni?
Il revamping prevede un’attenta valutazione preliminare perché ogni impianto fotovoltaico potrebbe presentare criticità differenti a seconda della tipologia di tecnologia impiegata e del suo utilizzo. Per esempio:
- tracker disallineati
- problemi meccanici che causano continui guasti
- un software di controllo che non garantisce un inseguimento solare ottimale
- mancanza di monitoraggio, che comporta tempi di inattività dovuta al fatto che i controlli sul funzionamento possono essere condotti solo manualmente attraverso visite in loco
- guasto o perdita di efficienza di alcune componenti, come i moduli fotovoltaici, la pellicola che li ricopre o l’inverter, a causa di materiali scadenti, degli agenti atmosferici o del semplice utilizzo
- obsolescenza dovuta al fatto che l’impianto non rispetta più gli standard di sicurezza
Gli interventi di revamping
Gli interventi di revamping si distinguono in significativi e non significativi. I primi devono essere comunicati al GSE entro 60 giorni dal termine se realizzati in un impianto con più di 3kW di potenza, i secondi possono anche non essere comunicati. Inoltre, gli interventi significativi devono rispettare requisiti precisi, come l’aumento massimo del 5% della potenza per gli impianti con potenza fino a 20 kW e dell’1% peri sistemi con potenza superiore a 20 kW.
Tra gli interventi non significativi figurano lo spostamento di componenti, la sostituzione di parti minori o l’ammodernamento delle strutture di sostegno dei moduli. Tra gli interventi significativi figura invece la sostituzione dei pannelli o di altre componenti principali come l’inverter, che converte la corrente continua prodotta dai raggi del sole in corrente alternata utilizzabile per alimentare le tecnologie di casa. Anche lo spostamento dei moduli è un intervento significativo perché interviene sul layout del sistema.
Gli interventi di revamping potrebbero dunque non solo migliorare le prestazioni degli impianti, ma anche modificarne la struttura. L’installazione di moduli più potenti, ma di uguale dimensione fisica, per esempio, consente di utilizzare una minore superficie delle strutture. Ciò apre alla possibilità di effettuare anche qualche intervento di repowering. Per esempio, l’installazione di nuovi moduli nello spazio liberato, per aumentare la capacità dell’impianto utilizzando parte dell’infrastruttura di connessione esistente.
Si potrebbero poi installare dispositivi anti PID (Potenziale di Degrado Indotto), una tipologia di degrado dei pannelli che dipende dalla polarizzazione delle celle. Oppure dispositivi di sicurezza che consentano di adeguare l’impianto agli standard.
Per non sbagliare, effettuando interventi illegali o perdendo le agevolazioni fiscali, si può consultare il DTR (Documento Tecnico per il Revamping) messo a disposizione del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Anzi, agire rispettando la normativa consente di aumentare gli incentivi, che sono calcolati proprio sui kWh di energia prodotta.